ROMA, 5 AGOSTO 1941 – PER ORDINE DEL “DUCE” TUTTI I FUNZIONARI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, NATI IN SICILIA, DEVONO ESSERE TRASFERITI NELL’ITALIA CONTINENTALE, PERCHÉ SOSPETTATI DI ESSERE SEPARATISTI

ROMA, 5 AGOSTO 1941.

 

Gli Indipendentisti del Centro Studi “Andrea Finocchiaro Aprile” nella ricorrenza del 75° anniversario di quello “strano” evento, – ricordano che il 5 agosto del 1941, il Capo del Governo Italiano e DUCE del FASCISMO, BENITO MUSSOLINI, impartì telegraficamente a tutti, i suoi Ministri ed a tutti gli uffici pubblici della Sicilia l’ordine tassativo, secco, laconico e draconiano che riportiamo di seguito:

<<DAGLI UFFICI DELLA SICILIA DEBBONO ESSERE ENTRO BREVE TEMPO ALLONTANATI TUTTI I FUNZIONARI NATIVI DELL’ISOLA>>. <<PROVVEDERE IN CONFORMITA’ ASSICURANDO>> (Telegramma di Stato, prot. N° 59243 del 5 agosto 1941). In altre parole: Mussolini disponeva così che i funzionari della Pubblica Amministrazione nati in Sicilia fossero trasferiti nell’Italia Continentale; (meglio Se nel Settentrione). Questo era infatti il significato da dare alla espressione “ALLONTANATI”.

Va evidenziato che questa disposizione NON escludeva quei Siciliani che fossero iscritti al Partito Nazionale Fascista, oppure i tanti “NAZIONALISTI ITALIANI”, né – tantomeno – i REDUCI DI GUERRA, i SUPERDECORATI, gli EROI… …

Guai, dunque, a chi aveva la “colpa” di essere nato in Sicilia!…

Ma quale era stata la “CAUSA SCATENANTE” di questa disposizione?

È presto detto: i SERVIZI SEGRETI e la POLIZIA POLITICA del Regime avevano segnalato, da tempo e con particolare insistenza, che il SEPARATISMO SICILIANO era sopravvissuto a tutte le persecuzioni e continuava ad agire ed a fare PROSELITISMO, seppure agendo con ogni precauzione. Negli ultimi tempi i Servizi Segreti avevano colto ulteriori segni del RISVEGLIO dell’INDIPENDENTISMO SICILIANO. E … … NON SI ERANO SBAGLIATI…

Quel telegramma era ed è scomodo ancora oggi in quanto smentisce coloro che ritengono di avere avuto il monopolio dell’antifascismo nei difficili “ANNI QUARANTA” del secolo scorso.

Ma il telegramma è scomodo anche per coloro che si affannano a “Desicilianizzare” la Sicilia ed a negare la IDENTITA’ specifica del Popolo Siciliano, della Nazione siciliana. Sì, perché, suo malgrado, Mussolini, con quel telegramma, negava di fatto la esistenza di ciò che aveva sempre sostenuto: l’esistenza, cioè, di una “razza italiana” che andasse dalle Alpi alla Sicilia…

Non a caso Galeazzo Ciano (genero di Mussolini e marito della figlia Edda) nel suo “DIARIO”, con la data del 4 ottobre 1941, ebbe ad annotare (parlando della Sicilia):

<< Questa Regione che della guerra ha tutti i costi e nessun beneficio, è stata soprattutto urtata dalla decisione personale del DUCE di allontanare i funzionari siciliani dall’isola. Alla miseria si è aggiunto ciò che essi considerano un oltraggio. Perché ciò sia stato fatto io non so. Ho visto Gaetani che desiderava lasciare la carica di Vice Segretario del Partito e che piange quando parla delle condizioni della Sicilia. Ho visto Massi, che dovrebbe trasferirsi nel Nord Italia e che rifiuta farlo. Ha detto: “Mio padre è genovese e mia madre è siciliana. Se fosse ebrea sarei arianizzato. Così invece non c’è perdono per me. Essere Siciliani è dunque peggio di essere ebrei?>>

(vedi Francesco Renda, Storia della Sicilia, Edizione Sellerio, Palermo, 1985, Vol. 2°, pag. 404).

È doveroso puntualizzare che la disposizione di Mussolini ebbe un’ attuazione parziale in quanto le vicende della Guerra non ne consentiranno la piena esecuzione. Ma il recupero della VERITA’, anche in questo caso, rimane preziosa.

Non aggiungiamo altro in forza del principio che al buon intenditore bastano “poche parole”

ANTUDU!

Palermu, 3 Ahustu (agosto) 2016

Il Coordinatore del Centro Studi AFA

(Giuseppe Scianò)

“SÌ ALLA SICILIA!

NO ALLA MAFIA!”

 

pippo scianò (3)