IL SEPARATISMO COMBATTENTE NEL CONTESTO POLITICO VENUTOSI A CREARE IN SICILIA NEL DICEMBRE DEL 1945

IL SEPARATISMO COMBATTENTE NEL CONTESTO POLITICO VENUTOSI A CREARE IN SICILIA NEL DICEMBRE DEL 1945

 

 

“Il separatismo combattente nel contesto politico venutosi a creare in Sicilia nel dicembre del 1945.

Cosa possiamo aggiungere come nuovo contributo o ulteriore documentazione a sostegno dell’attività di recupero della memoria storica del Popolo Siciliano (nel periodo dal 1943 a 1947) contro la congiura del silenzio della cultura ufficiale e della classe politica ascara dominante?

Ricordiamo, in primo luogo, l’internamento nell’isola di Ponza di Andrea Finocchiaro Aprile, di Antonino Varvaro e di Francesco Restuccia, effettuato dalla polizia nel settembre del 1945 per ordine del governo italiano. A questi arresti, che avevano lasciato il Movimento per l’Indipendenza della Sicilia (quello autentico) privo dei massimi dirigenti, si era aggiunta una vasta azione repressiva e violenta della polizia nei confronti dei militanti indipendentisti. Erano state chiuse le sedi del MIS (quello autentico), vi erano stati arresti indiscriminati e un largo uso di tortura. Il tutto in una Sicilia semidistrutta dai bombardamenti e nella quale solo i Separatisti si battevano per un’adeguata politica di rilancio economico e produttivo e per l’attuazione di un programma di ricostruzione articolato, serio e incisivo.

Andrea Finocchiaro Aprile

Le iniziative di lotta armata, contro la repressione governativa da parte del Separatismo combattente, rivoluzionario e intransigente (ma partecipato e anche rispettoso della regola democratica) furono più audaci e più numerose di quanto la polizia, il governo, l’Alto Commissariato e gli stessi servizi segreti avessero potuto immaginare. Le campagne pullulavano di giovani appartenenti ai GRIS e all’EVIS.

29 dicembre 1945 – LA BATTAGLIA DI MONTE SAN MAURO… Quello che i libri di storia non vi racconteranno mai!

Il 29 dicembre del 1945 ci fu l’ultima battaglia indipendentista, la battaglia di Monte Moschitta, in località Monte Santo Mauro di Caltagirone, che costituisce un momento fondante della nostra storia recente e che è portatore di valenze giuridiche e storico politiche ancora oggi non pienamente comprese. In quello scontro furono impiegati anche armi e mezzi pesanti da parte dell’esercito italiano, che mandò sul luogo migliaia di soldati. E fu, quella, un’occasione nella quale rifulsero maggiormente le eccezionali capacità strategiche, il coraggio e la generosità del comandante Concetto Gallo, Secondo Turri (nome di battaglia), che non a caso fu affettuosamente soprannominato “U Liuni di Santu Mauru”.

Concetto Gallo

Ricordiamo anche alcuni fatti sconosciuti e particolari inediti riguardanti il periodo successivo alla cattura di Gallo e alla continuazione della guerriglia da parte dell’EVIS e del GRIS. La guerriglia separatista venne sospesa soltanto a seguito di uno specifico “cripto messaggio” lanciato da Andrea Finocchiaro Aprile, via radio, alla fine del mese di marzo 1946, dopo la conclusione delle trattative segrete sullo Statuto Speciale di Autonomia e dopo la stipula, di fatto e di diritto, dello storico “PACTUM” (oggi calpestato e tradito) e che unitamente allo Statuto miravano a dare una via d’uscita onorevole e concreta alla lotta armata. Come non ricordare anche la figura del giovane eroe siciliano, Raffaele Di Liberto, morto a seguito delle ferite riportate in combattimento, nonché altre tragiche circostanze.

Insieme al giovane Di Liberto, furono migliaia i giovani che parteciparono alla lotta armata, appartenenti a tutti gli strati sociali e provenienti da ogni angolo della Sicilia, i quali spesso sacrificavano se stessi e le rispettive famiglie ai loro ideali. Per non dire che hanno dovuto rinunziare a affetti e a possibilità di carriera o di prosecuzione di studi. Ed era per questo che non avrebbero voluto accettare quei compromessi che pure vi furono e che, nel tempo, si sarebbero dimostrati fatali, fatte salve ovviamente la buona fede e la buona volontà dei capi storici.

Tutto il 1945 vide anche la ribellione della gioventù siciliana alla chiamata alle armi nell’esercito italiano, ci furono dei veri e propri “moti del non si parte”.

Ma la storia, si sa, la scrivono i vincitori… e tutto è stato cancellato da quel processo di italianizzazione che è stato pianificato sulla testa dei siciliani… Il FNS ha protestato e protesta, contro la congiura del silenzio e quella non meno velenosa della disinformazione che, ancora oggi, a distanza di oltre settant’anni, vengono messe in moto per evitare che il Popolo Siciliano riprenda consapevolezza di se stesso e della propria memoria.

«Alla luce di queste considerazioni è indispensabile che si promuovano azioni culturali volte al recupero della memoria storica, soprattutto per far comprendere quali siano le ragioni della “specialità” dell’Autonomia a coloro che avrebbero il dovere di difenderla e che invece oggi la pugnalano alle spalle. Questi incontri servirebbero a fare emergere anche le ragioni per le quali sono sempre aperti gli arruolamenti (al servizio dei Poteri Forti, nemici della Sicilia) di ascari e di ascaretti a tutti livelli».

Antudu!

Cartaggiruni, 30 Aprili 2024

Sicritiria Nazziunali FNS “Sicilia Indipinnenti”